giovedì 30 gennaio 2025

LA SCODELLA CON DEL SALE


Gli abitanti della città dissero a Eliseo: «Ecco, il soggiorno in questa città è gradevole, come vede il mio signore; ma le acque sono cattive, e il paese è sterile». 2 Re 2:19

A volte ci vediamo circondati da persone che sembrano ci stiano dando una mano d'aiuto; sembra che ci stiano incoraggiando ad andare avanti, sia con un progetto, ma anche in tante altre cose. Il loro modo di parlare può essere così convincente che ci possono far sbagliare in qualche scelta.

Tutto può essere gradevole ai nostri occhi, ma ci sono cose che sono essenziali e che, senza di esse, possiamo addirittura mettere in rischio sia la nostra salute fisica che quella spirituale. 

Mia nonna aveva sempre questo detto in bocca: "A Dio ci si chiede sonno e non letto". Questo detto fa riferimento al fatto che dobbiamo chiedere in preghiera le cose di cui abbiamo veramente bisogno, cose fondamentali piuttosto che desideri materiali. A cosa ci servirebbe, ad esempio, avere un bel letto con una morbidezza senza paragone se non riusciamo a dormire bene? 

Eliseo fu tentato di restare in quel luogo; benché quella città offrisse un soggiorno gradevole, aveva dei grossi problemi, che a quanto pare, gli abitanti di quella città si erano già abituati. E non solo loro, ma anche i discepoli dei profeti che stavano a Gerico, secondo il versetto 15. 

Come si può abitare in un posto dove manca la fonte della vita, ovvero l'acqua? E come si può offrire soggiorno a coloro che passano da quella parte in cerca di riposo se non si hanno almeno le risorse necessarie? Gli abitanti di quella città conoscevano bene il loro grande problema; dice la scrittura: "Ma le acque sono cattive e il paese è sterile". La sorgente che la alimentava era completamente inquinata e provocava sterilità in quel paese.

Mi incuriosisce il fatto che gli abitanti di quella città dissero a Eliseo: "Il soggiorno in questa città è gradevole, come vede il mio signore". Ecco qui il grande problema che finora esiste dentro il popolo cristiano: "la vita di apparenza", quello che vogliamo che vedano gli altri in noi. Detto in un altro modo, la nostra immagine, la nostra reputazione. Sappiamo che abbiamo un grosso problema interno da risolvere, ma ci conformiamo a mostrare solo quelle cose belle affinché gli altri vedano in noi persone rispettabili. Io mi chiedo: che cosa gli avranno fatto vedere al profeta per cercare di convincerlo a restare? Forse la struttura di quella città, o cose che ai loro occhi erano belle, ma la triste realtà era che abitavano in una terra con delle acque cattive e addirittura una terra sterile, incapace di produrre qualcosa. 

Se era una terra che non produceva niente, vuol dire che per sopravvivere gli abitanti di quel luogo dovevano fare dei grossi sforzi, portare acqua da un altro posto, portare il bestiame a pascolare lontano, portare gli ortaggi e le verdure da un'altra parte. 

Questa è la vita di tutti coloro che vogliono portare avanti una vita di apparenza; devono fare dei grandi sforzi per mantenere quella reputazione e immagine alte, perché non hanno in loro la fonte della vita, hanno soltanto una religione. A cosa serve l'apparenza se dietro a essa c'è una sorgente inquinata che non fa altro che rendere la propria vita sterile?

Eliseo vide questo serio problema e decise di fare qualcosa a favore loro. Dice la Bibbia che Eliseo chiese due cose: una scodella nuova con del sale. La scodella può rappresentare un nuovo inizio mentre il sale rappresenta la purificazione e conservazione. Eliseo andò alla sorgente delle acque, lì dove nascono le cose cattive che provocano sterilità nelle nostre vite. Questo è molto importante;  qualcuno disse: "Il cuore del problema dell'uomo è il problema nel cuore dell'uomo". Andare alla radice del problema è la soluzione migliore e solo c'è uno che può raggiungere quell'area da noi nascosta.  

Il profeta andò alla sorgente delle acque pronunciando parole di guarigione. Le acque, secondo questo racconto biblico, divennero pure e come conseguenza la terra divenne fertile. Quindi la scodella nuova e il sale parlano a noi di un cuore nuovo e di una purificazione interiore per poter vivere nella benedizione, per poter vivere nel riposo che Dio ci ha già donato. 

L'acqua è la grazia di Dio che vuole raggiungere ogni cuore che ha bisogno di una vita fruttifera e abbondante. 

Caro fratello e sorella, Dio è la fonte inesauribile di acqua viva. Non ti affaticare facendo sforzi inutili per cercare di mantenere in alto un nome, una reputazione o un'immagine. Se vedi che la tua vita non sta portando frutti, allora c'è qualche problema da risolvere nel tuo interiore. Ma oggi, ho un vangelo per te, ovvero "una notizia troppo bella per essere vera": c'è una scodella nuova contenente del sale per te. Le misericordie di Dio, che sono nuove ogni mattina, Dio può farti fare un nuovo inizio, rendendo la tua vita pura con il suo sale e conservarti così. Esperimenterai anche, come dice in Giovanni 7:28, quei fiumi d'acqua viva che sgorgheranno dal tuo seno, rendendo la tua vita capace di abbondare in frutti.

Dio ci benedica.




mercoledì 8 gennaio 2025

UN GRIDO DALL'OSCURITA'




 «Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce". Giona 2:3

Dio aveva chiamato Giona con uno scopo ben preciso, quello di essere un portatore di un grande messaggio, un messaggio che dopo di essere stato ricevuto porterebbe a tutta quella nazione la salvezza da una imminente distruzione.

Possiamo dire che in questa occasione il profeta Giona si rifiutò di dare onore al significato del suo nome, "colomba", un uccello che viene associato alla messaggeria, Giona non ubbidì il comando di Dio di portare il Suo messaggio. Questa sua disobbedienza lo porto a esperimentare delle situazioni che non si sarebbe mai aspettato, venne segnalato come colpevole di quella forte tempesta, espulso dalla nave in mezzo a quel mare agitato e finalmente inghiottito da un grande pesce per finire nel buio completo.

Vorrei analizzare insieme a voi alcune cose che hanno attirato la mia attenzione:

1 le circostanze ti sembreranno favorevole:

Quando uno ha in mente di non obbedire Dio, iniziamo subito a ragionare in modo carnale, in modo umano, ed è lì che satana prepara i mezzi che faciliteranno la nostra scelta di disobbedienza al commando di Dio. "Ma Giona si mise in viaggio per fuggire a Tarsi lontano dalla presenza del Signore. Scese a Iafo, dove trovò una nave diretta a Tarsis". (Giona 1:3) è curioso che Giona abbia trovato una nave già pronta alla partenza, non fece nessun tipo di sforzo e questo tante volte ci fa pensare che se troviamo le cose facili davanti a noi, vuol dire che è stato Dio a procurarcela e in questo modo inganniamo noi stessi e cerchiamo di autoconvincerci che siamo nella Sua volontà.

2 Vi è un prezzo da pagare:

"... E pagato il prezzo del suo viaggio si imbarcò per andare con loro a Tarsis, lontano dalla presenza del Signore" (Giona 1:3) C'è un detto che dice: "Quando Dio ci manda ci raccomanda" Quando Gesù mandò i Suoi discepoli a predicare, disse a tutti loro di non portare ne borsa, ne tuniche ecc, ecc, perché sarebbe stato il Signore stesso a provvedere per ogni loro bisogno, nel caso di Giona purtroppo fu il contrario, ovvero fu Giona a spendere del suo denaro per pagare il suo biglietto. Quando decidiamo di disobbedire il Signore cominciamo a sperimentare anche delle perdite economiche, seminiamo e non raccogliamo, risparmiamo in borse rotte, serbiamo acqua in cisterne crepate che non trattengono più l'acqua, lavoriamo, ci affatichiamo e non vediamo nessun resultato.

3 Niente andrà a buon fine.

"E vi fu sul mare una tempesta così forte che la nave era sul punto di sfasciarsi". (Giona 1:4) Non tutto ciò che luccica è oro, Giona trovò una nave pronta alla partenza, era convinto che tutto sarebbe andato bene, ma sappiamo che nessuno che disobbedisce il Signore avrà una vita liscia, soprattutto quelli che conoscono la Sua parola, prima o poi le conseguenze arriveranno alle nostre vite, la nave dove si trovava Giona era in pericolo, la sua vita era in pericolo ma anche quelle persone che si trovavano in quella nave si trovavano in pericolo, persone che non c'entravano nulla con la sua scelta di disobbedienza. Cari nel Signore, mentre più ci allontaniamo dal Signore il rischio di perdita aumenterà e involontariamente provochiamo dolori e sofferenze alle persone che sono vicine a noi, quanti figli soffrono le conseguenze della disobbedienza dei genitori, quanti genitori soffrono vedendo i figli che si allontanano da Dio, la nostra società stessa soffre le conseguenze di esserci allontanati dalla legge di Dio per abbracciare leggi e ideologie umane. Con questo voglio farti riflettere, prima di disobbedire il Signore, pensa alle conseguenze che provocherai anche a quelli che sono stretti a te.

Che cosa dobbiamo fare quando ci troviamo nel bel mezzo della sofferenza provocata dalla nostra disobbedienza? La disobbedienza di Giona lo portò a finire nel grembo del grande pesce, lì, circondato della fitta oscurità, della puzza degli elementi in decomposizione e nella solitudine assoluta Giona pregò il Signore, Non c'è oscurità che ci impedirà di elevare una preghiera sincera, non ci sono impedimenti per chi vuole tornare a Dio con un cuore pentito, Giona disse: «Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce". (Giona 2:3)

Amati nel Signore se vi troviate in diverse situazioni difficili provocati dalle vostre disobbedienze, sappiate che Dio non è lontano, basta umiliarsi davanti a Lui riconoscendo di aver peccato nel Suo confronto ed essere disposti a tornare alla via giusta, la via dell'obbedienza per essere ripristinati e avere un nuovo inizio con Lui, ricordati di queste parole: "ho gridato e tu hai udito la mia voce".


LA DIFFICOLTÀ COME PARTE DEL PROCESO

Beati voi, quando gli uomini vi odieranno, e quando vi scacceranno, vi insulteranno e metteranno al bando il vostro nome come malvagio, a mo...